Ormai fantozzi non si reca al lavoro da circa un mese, ed è quindi in grado di tirare i primi bilanci.
I primi giorni aveva come un tarlo, un pensiero nascosto che ogni tanto emergeva e gli diceva: devi andare in ufficio, devi tornare in ufficio ...
Poi pian piano il tarlo si è zittito e si è fatta avanti un nuovo vissuto del tempo; non più orari di ingresso, uscita, pranzi, mense e pause caffè; il tempo si è come dilatato, complice anche la possibilità di fare quel che si vuole quando si vuole.
Vorrei spendere due parole sulle pause caffè e sull'intervallo di pranzo; il buon fantozzi ha vissuto la sua ex azienda sia nella sede centrale che in una grossa sede distaccata, sempre nella stessa città.
Ebbene nella seconda le numerose, frequenti e lunghe pause caffè, effettuate anche in baretti esterni con annessa passeggiatina, assommavano sicuramente a più di due ore al giorno.
E la pausa pranzo? complice la situazione aziendale con ridimensionamenti di personale e conseguente diffusione di disaffezione e svaccamento tra il personale, anche queste pause si sono dilatate.
E'invalso l'uso di iscriversi a palestre e piscine nei dintorni, si esce verso le 12,30, si nuota, ci si crogiola al sole e si rientra verso le 14.30.
E quando si lavora? mah, l'azienda passa un periodo di crisi, lavoro poco, controlli sul personale nessuno, noia tanta e con questa la necessità di trovare qualcosa da fare per passare la giornata.
Quanto durerà questa situazione da tardo impero che qualcuno considera paradisiaca ed altri infernale tanto da scappare via appena possibile? quando arriverà la mazzata di riduzione del personale, di chiusura di sedi, di trasferimenti in massa?
Boh, tanto fantozzi si è preso la buonuscita e si gode la vita, per ora.
Saluti da fantozzi.
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