
Angelo D'Arrigo è morto facendo quello che amava fare, un privilegio riservato a pochi.
Aveva volato sulle più alte montagne avendo come compagne le aquile; aveva compiuto imprese che i meschini scaldasedie definivano "da pazzi"; per me, bloccato qui su questa poltroncina blu a vendere la mia vita in cambio di pochi spiccioli (e sarei pure fortunato, dicono alcuni), era il simbolo di una vita libera, di una libertà che oggi ci è negata in cambio di falsi idoli.
Ciao Angelo, che tu poosa sempre volare alto nei cieli, e se talvolta guarderò le nuvole fuori dalla finestra del mio loculo quotidiano, sono sicuro che starai lassù a salutarmi (lacrimuccia).
Saluti da fantozzi
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